Roller Derby: di cosa si tratta?
Il Roller Derby è un particolarissimo sport statunitense nato negli anni ’30 e dotato di un campionato professionisti già a partire dagli anni ’40. Si svolge su una pista circolare che due squadre da 5 elementi percorrono insieme in senso antiorario: ciascun team è composto da tre “blockers”, cioè i giocatori che hanno come scopo bloccare l’avanzata degli avversari, un pivot, che gestisce la strategia di gioco (ed ha un casco decorato con una striscia), ed un “jammer” cioè un giocatore segnalato con due stelle sul casco il cui ruolo è doppiare gli avversari. Per ogni giocatore doppiato si raccolgono dei punti.
Ogni partita si svolge “a riprese” di due minuti: si parte da due linee, quella del pivot più avanti e quella del jammer più indietro, fra cui si posizionano anche i blockers.
Dopo il fischio iniziale, i tre “bloccatori” cercano di fermare il jammer avversario, spingendo la propria punta e proteggendola dagli attacchi: in caso di infortunio, caduta, rallentamento, il jammer può passare la stella al pivot, che prende il suo posto per il resto della partita.
Le penalità sono decise da un arbitro (ad esempio, 30 secondi in un box come la pallanuoto o l’hockey) e vanno a punire colpi dati sopra le spalle o sotto le ginocchia, spinte da dietro e tutti i contatti con mani, piedi, gomiti e testa: per evitare conseguenze gravi da cadute e strisciate, ogni giocatore indossa obbligatoriamente un casco e protezioni per polsi, ginocchia, gomiti e bocca.
Il Roller Derby, sport di contatto su pattini a quattro ruote e non in linea, ha una netta maggioranza di team femminili, particolarmente conosciuti e sostenuti principalmente negli Stati Uniti: data la sua diffusione e l’apprezzamento, è stato anche preso in considerazione per i Giochi Olimpici del 2020!
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