Salto in lungo: equilibrio e velocità!
Quella del salto in lungo è una specialità maschile e femminile che, negli anni, ha meravigliato esperti e semplici spettatori per l’eleganza dei movimenti e l’incredibile equilibrio: il più naturale fra i salti in estensione richiede velocità e stabilità, oltre che una buona dose di attenzione ai dettagli.
Il salto in lungo può essere, infatti, suddiviso in quattro fasi: la rincorsa, lo stacco, il volo e la caduta (o atterraggio).
La RINCORSA serve a raggiungere la massima velocità possibile, mantenendo il controllo dei movimenti: solitamente, questa fase varia di atleta in atleta, mostrando differenze nella tecnica di base. Può, infatti, durare da 30-34 metri a 45, aumentando gradualmente la velocità: la partenza può avvenire da fermi oppure con pochi passi di avvio. In ogni caso, la corsa deve essere fluida, il busto va tenuto eretto e le ginocchia rimangono molto alte.
Lo STACCO avviene sull’asse di battuta, preceduta da tre passi accelerati: il piede viene appoggiato interamente a terra, mentre il ginocchio opposto viene spinto rapidamente verso l’alto, aumentando lo slancio e, soprattutto, l’elevazione.
Il VOLO ha come unico obiettivo quello di mantenere il più possibile l’equilibrio: che si decida per un volo “veleggiato”, con piccoli movimenti, un volo “raccolto” o un volo con “passi in aria”, è fondamentale che il busto non subisca rotazioni e che il gesto, nella sua interezza, conservi fluidità.
La CADUTA viene portata a termine distendendo le gambe all’ultimo momento e inclinando il più possibile il busto in avanti: se eseguita correttamente, permette di non cadere all’indietro e di lasciare il segno dei talloni come primo riferimento per il calcolo della lunghezza del salto.
Le regole per il salto in lungo sono, infatti, piuttosto semplici: l’estensione del salto viene calcolata dall’asse di battuta al primo segno lasciato dall’atleta sulla sabbia, cioè al segno più vicino all’asse stesso. Cadere all’indietro significa accorciare decisamente questa lunghezza, rendendo, di fatto, il salto inutile.
Ma quando un salto viene considerato nullo? Quando l’atleta tocca con qualsiasi parte del corpo la parte di corsia che sta oltre l’asse; quando lo stacco avviene fuori dalla corsia (magari pestando le linee laterali); quando, in fase di caduta, l’atleta tocca il terreno fuori dalla sabbia in un punto più vicino all’asse; quando, dopo il salto, l’atleta torna verso la zona di stacco; quando l’atleta usa un salto mortale.
I record per questa disciplina si dividono fra Outdoor (in cui il vento ha una certa influenza) e Indoor: a detenere il primo è Galina Čistjakova (7,52 metri saltati l’11 giugno del 1988), mentre il secondo è stato segnato da Heike Drechsler (7,37 metri il 13 febbraio del 1988).
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