Il nuoto sincronizzato nasce come “balletto acquatico” agli inizi del XX secolo: diffusosi rapidamente come sport tipicamente femminile, si è sviluppato inglobando elementi base di ginnastica, danza e nuoto, fino al moderno successo, grazie al quale la disciplina ha visto anche i primi atleti di sesso maschile.
Diventata disciplina olimpica nel 1984, aveva visto la prima competizione ufficiale già nel 1891 a Berlino!

Le sincronette, questo il termine con cui si indicano la nuotatrici, possono impegnarsi in competizioni in singolo, duo o squadra (da 4 – 8 elementi), portando a termine esercizi tecnici e liberi in assoluta sincronia: nel primo caso, la atlete devono completare figure obbligatorie in un tempo prestabilito (ad esempio, le squadre hanno 2 minuti e 50 secondi per 9 elementi. La tolleranza è di 15 secondi in più o in meno), mentre il libero consiste in un programma deciso autonomamente (per un team, il tempo limite è 4 minuti). Tutte le nuotatrici devono muoversi sempre all’unisono, anche se stanno portando a termine movimenti differenti.

Per poter far parte di una squadra e praticare il nuoto sincronizzato, sono necessarie abilità acquatiche, padronanza della tecnica dell’apnea, resistenza, forza, coordinazione, flessibilità e tantissima grazia.
La stessa grazia che caratterizzava Annette Kellerman, l’australiana che rese famoso questo sport nei primi del ‘900 grazie alle sue esibizioni in una piscina di vetro, ed Esther Williams, che fra gli anni ’40 e ’50 realizzò moltissimi film a tema sportivo.

Proprio grazie all’eleganza di chi fa conoscere questa disciplina tramite spettacoli e gare, il nuoto sincronizzato vive di periodici ritorni al successo, che si traducono con corsi propedeutici in piscina e vere e proprie preparazioni sportive per bambini/e e ragazzi/e di ogni età: l’impegno di tanti gruppi, di istruttori e di impianti garantisce, quindi, l’istituzione di moltissime squadre, sempre attive sia sul territorio nazionale, che fuori dai confini italiani!