Solo sport al femminile

il softball? non è baseball femminile!

il softball? non è baseball femminile!

By on mag 26, 2015 in Slider, Squadre | 0 comments

Per tutti quelli che ancora sono convinti che il softball sia una sorta di baseball più facile e quindi riservato alle donne: ricredetevi , il baseball femminile esiste, e dal 2004 si disputano vere proprie gare mondiali.
La versione in rosa di questa disciplina non è solo una questione di vera e propria evoluzione sportiva ma soprattutto è prova di emancipazione della donna: a differenza del softball, il baseball femminile non differisce in nulla da quello maschile, stesso abbigliamento, stesse tecniche, identiche regole.

E’ interessante scoprire come questo sport sia esteso perfino al mondo mussulmano (le divise del gioco infatti, rispettano le regole di copertura totale del corpo, come previsto dai loro dettami religiosi).
I mondiali per sole donne si sono svolti più volte a Edmonton, in Canada: le prime squadre a sfidarsi nel 2004 sono state USA, Australia Giappone e Thailandia. Nel 2006 si sono aggiunte la Cina e Cuba. In entrambe le occasioni gli Stati Uniti hanno vinto la competizione. Nel 2008 si è aggiunta una ulteriore squadra: quella della Corea del sud, ma questa volta la medaglia è stata vinta dal Giappone (complice il fatto di aver giocato i mondiali proprio in questa nazione).
Dal 2010, anno in cui si è riproposta la vittoria del Giappone, il mondiale si disputa in diversi luoghi e ogni anno si aggiunge qualche nuova squadra femminile.
Durante gli anni dei mondiali, è cominciata una vera e propria epidemia del baseball per sole donne: il primo campionato panamericano infatti è stato giocato in Venezuela nel 2009 tra cuba, venezuela, puerto rico, colombia, brasile e repubblica dominicana.
Perfino il Pakistan ha un campionato femminile di baseball che si disputa ogni anno dal 2005.
E per quanto riguarda noi europei?
Pare che la sola Olanda sia così emancipata da investire nella versione femminile di questo sport, tanto da essere presente ai mondiali del 2012. La speranza è che l’entusiasmo dimostrato dalla squadra olandese contagi il resto del vecchio continente, Italia compresa.

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